Yvonne Pincelli, autrice del testo, è docente di Lingua e Letteratura Francese presso l’Istituto Superiore di Istruzione “ A.Zoli” di Atri (TE), Abruzzo. Ha conseguito l’abilitazione di Assistente Turistico e di Direttore Tecnico di Agenzie Viaggi e Turismo e dal 1994 si occupa di progetti per la valorizzazione del territorio, collaborando con Enti pubblici e privati. Attualmente è direttore tecnico di un nuovo tour operator e si occupa, principalmente, di potenziare i flussi turistici dai paesi esteri verso la propria Regione. Attualmente è Segretaria Regione Abruzzo dell’Associazione per l’Italia nel mondo (A.I.M).
Editoriale di Fabio Martini
Quando si parla di viaggio, si parla di prendere valige e tutto, salire su un mezzo preciso, spostarsi dal luogo abituale, per una meta altrettanto precisa. Un’idea propria di viaggio insomma, perché il viaggio è un’idea. Salgari, il creatore di Sandokan, non visitò mai la Malesia, ma sembrava vi avesse vissuto tutta una vita. Quindi il viaggio stesso è un idea di viaggio; e questo viaggio, c’è chi lo fa… e chi immagina di farlo attraverso la fantasia. Anche leggere un libro è un viaggio, conoscere una persona per tutta la vita è un viaggio. Vivere la propria vita è un viaggio e in fondo, dispiace dirlo, ma anche morire è l’inizio di un viaggio… Tutto è un viaggio. Quando ho letto il primo manoscritto di Yvonne Pincelli, con la quale poi abbiamo deciso di intraprendere la pubblicazione di questo volume, mi sono accorto che l’autrice aveva scritto del viaggio, su una lunghezza d’onde che mi era congeniale. Mi riconoscevo nelle sue parole. Devo anche aggiungere che, seppur antecedente al coronavirus, questo argomento lo ritrovo tuttora, seppur di fronte a tutte le restrizioni del caso, più che mai attraente. Perché in questo libro non si parla di viaggi, ma di viaggio, di percorso, di cammino. Ho pensato che sarebbe stato bello quindi, per la nostra piccola realtà editoriale, far diventare questo “Grand tour al calor bianco” il primo di una collana che avremmo costruito proprio perché questo resoconto apriva, pur senza saperlo, un percorso a raggiera concentrica che, in maniera ostinata e contraria, avrebbe accolto le esperienze, dove un viaggio può diventare un percorso umano, spirituale, morale, etico, ascetico, religioso, intellettuale, in una sindrome di stendhal continua dove, il viaggiatore, si trasforma in camminante, in osservatore, in cercatore rivolto prima di tutto a se stesso. E in fondo, cosa è, per esempio, il cammino di Santiago se non un lungo cammino dentro al proprio io, ancor più scegliendo di percorrerlo in solitaria? Il viaggio verso l’esterno invece, qualora non si riducesse ad essere una vacanza a Sharm el Sheikh, prende i connotati culturali. Vivere una capitale, acquisirne gli istanti mutevoli nei volti dei passanti, laddove si inizi a visitarne la storia attraverso musei, manifestazioni, cibo, lingua, abitudini, ecco che tutto diviene elaborazione pratica di cultura, che dall’esterno verso l’interno entra in noi, divenendo parte di noi, per il nostro quotidiano futuro; come a voler aggiungere che se non ci fosse stato quel viaggio non vi sarebbe, un ulteriore lato di noi stessi. Non a caso, lord Byron durante l’800 viaggiava su e giù per l’Europa, com’era uso tra l’Intellighenzia, come motivo principale d’intellettuale crescita. La scelta quindi di questa nuova collana, sarà anche, per noi, l’inizio di un viaggio, uno dei tanti, da due anni a questa parte, di un lavoro editoriale sempre rivolto alla ricerca di pensatori sopraffini, scrittori, poeti ed esploratori dell’anima, aggiungendo con certezza, che anche senza le riflessioni ed i frammenti sul viaggio di lusso di Yvonne Pincelli, forse, non vi sarebbe neppure l’Inedito Letterario, o almeno questa parte di Inedito letterario. Buona lettura.