PATRIZIA CENCI, Vicentina di nascita. Impiegata full-time con la passione per la poesia e la letteratura. Sensibile ed emotiva, sempre attenta ad ascoltare i problemi che affliggono l’essere umano e il suo vivere. Ama scrivere, si immerge nei versi e si sente felice. Le piace parlare d’amore e di dolore perché entrambi fanno parte della Vita. Ha al suo attivo la partecipazione al festival poetico Il Federiciano Edizione 2016 - Concorso Il Federiciano 2017; Parole in Fuga Sei poeti a confronto; Parole in Fuga Tre poeti a confronto “Africo 2017”; Verrà il mattino e avrà un tuo verso Vol. XIV “Poesie d’amore” Aletti Editore; 2° Premio Internazionale Salvatore Quasimodo Aletti Editore; Premio Internazionale di Poesia Otma 2 Edizioni: “Emozioni Poetiche 2017” Finalista con “Come il volo di un gabbiano”; Premio Internazionale di Poesia A.U.P.I. 2017 Finalista con “Vita spezzata”; Il Poeta dell’Anno 2017 “Città di Milano” con “Vita spezzata”; 21ª edizione del Premio Letterario Internazionale «Trofeo Penna d’Autore” Menzione d’Onore con “Maternità”.
UN PICCOLO EROE, PER UN GIORNO
Ero bambina e ricordo le sere tiepide del mese di maggio, con l’aria profumata dalle rose appena sbocciate.
Era il mese dedicato alla Madonna ed ai “fioretti”. Tutti cercavano di essere più buoni. In quegli anni quasi tutto il paese si ritrovava a pregare. Ogni sera le famiglie giungevano sul sagrato della chiesa, si univano in processione e recitavano il “Rosario”.
Ogni bambino portava con sé la propria “coroncina dei fioretti”, in genere fatta di perle, confezionata con le proprie manine. Il che la rendeva ancora più preziosa.
Una di quelle sere, sulla via principale del paese, tra tutti i fedeli c’era una bambina, vestita di bianco, che si era unita alla processione pregando. La sua figurina, candida come un giglio fresco di rugiada, esprimeva però una grande fierezza. In mano portava una coroncina nuova.
L’ha appena finita con l’aiuto della sua amata maestra che le ha insegnato ad infilare le perle ed a chiuderle in cerchio. La piccina ha già iniziato a fare molti “fioretti”. Sono piccole grandi rinunce ad un qualcosa a cui lei tiene molto; spera così che la Madonna l’aiuti a diventare più buona ma è felice e va orgogliosa dei suoi propositi.
Ciò che la rende ancora più contenta è la stima, la considerazione che la maestra le dimostra. Ammira ed ama la sua maestra, forse addirittura più della mamma… Da lei riceve sguardi dolcissimi e gesti premurosi, come non accade mai in casa sua.
Questa coroncina “conta fioretti” è un oggetto importantissimo, ha un valore affettivo incalcolabile. Per lei perderla sarebbe come perdere una parte di sé.
Alla fine del Rosario, i fedeli si ritrovano tutti presso la chiesa per la chiusura della funzione religiosa e per i saluti. La bambina invece è sola, ha solamente sette anni ed è bellissima con le sue treccine nere, le guance rosate, gli occhi ridenti e vivaci.
Improvvisamente si accorge di aver perso la “coroncina dei fioretti”! Fissa le manine vuote, sente raggelarsi tutta. Poi il cuore prende a sussultare sempre più forte. Va per ogni dove cercando, per la via, sul sagrato e vicino alla chiesa… ma non trova ciò che disperatamente cerca. Piange desolata, continuando a cercare, a guardare in ogni piccola fenditura, a spostare i sassolini sulla strada, finché ad un tratto, si accorge di essere rimasta tutta sola: non c’è più nessuno, il buio è già sceso da tempo. Si guarda intorno sperduta, non sa cosa fare, è tardi e deve tornare a casa. Deve proprio altrimenti la mamma si arrabbia. Ma non vuole tornare senza la sua coroncina! L’ansia le serra la gola, prega la Madonna, continua ancora a cercare negli stessi luoghi di prima.
Improvvisamente qualcuno le tocca le spalle mentre le chiede: “cosa cerchi bella bambina?”
Si volta spaventata, agitata risponde: “la mia coroncina nuova del Rosario dei fioretti per la Madonna! Non la trovo più.” La sua disperazione dilagante le blocca la voce, si sforza di parlare, ma esce solo un sussurro.
“ Ti aiuto io a trovarla” la rassicura quello strano individuo sconosciuto e mal vestito, che, allontanandosi da lei, si muove come chi cerchi qualcosa…
Ad un tratto quella voce richiama la sua attenzione e la invita a raggiungerlo ripetendo: “vieni qui, l’ho trovata!”
Felice e sollevata, la dolce creatura corre ma scopre che il richiamo proviene dall’interno dei bagni pubblici, accanto alla Chiesa.
Ha solo sette anni ma un brivido l’assale. Un senso di pericolo la fa desistere: si ferma e a voce alta risponde: “non può essere là, non sono mai e poi mai entrata in quel posto! E poi è sporco e brutto.” L’uomo con voce mielosa, diversa da quella gentile di prima, insiste e, riproponendosi alla vista della bambina le rivolge una richiesta oscena.
In questo preciso momento la bambina sente una grande forza dentro di sé e gli urla contro, con fermezza e decisione: “vergogna! Vergognati! Sei davanti alla Casa di Gesù e della Madonna!”
Lo strano e disgustoso personaggio rimase paralizzato: senza alzare gli occhi guarda solo le gambe della piccola che sta fuggendo di corsa.
Corre e corre fino ad arrivare alla casa della sua migliore amica, sua compagna di scuola. Grida il suo nome con tutta la forza che le è rimasta. L’amica esce di casa agitata e sgomenta. Fra le lacrime, la piccola riesce a raccontarle quanto accaduto. Tra i singhiozzi ed il tremore c’è innanzitutto il rammarico di aver perso la sua “coroncina dei fioretti”! Narra delle sue infinite ricerche e di quell’orco cattivo di cui si era fi data e che poi, invece, le ha fatto quell’orribile richiesta.
E’ sconvolta, e nel frattempo vengono fuori anche i genitori dell’amica. Le bambine li mettono al corrente concitate entrambe. Gli adulti confortano la piccola e la portano a casa. La madre, ignara di tutto, pensava che la figlia si fosse fermata a casa dell’amica a chiacchierare. Al loro racconto, si sente colpevole di avere lasciato sola la bambina.
E’ sbalordita e indignata, la guarda e le chiede: “perché non sei venuta da me invece che andare dalla tua amica?”
La piccola non risponde. La madre la prende per mano e con lei si reca alla Caserma dei Carabinieri, con una grande rabbia e la voglia di chiedere giustizia. Un carabiniere le fa entrare, le introduce in stanze grigie, fredde e spoglie che fanno impressione particolarmente alla bambina. Infine la fanno accomodare su una sedia dura in corridoio, mentre nell’ufficio del maresciallo entra solo la madre.
La piccola si sente un po’ stordita, non le piace questo posto, vorrebbe scappare via, scomparire, ha molta paura e si vergogna tantissimo. Poi un agente la chiama dentro e si sente avvolgere dal freddo di quella stanza. Da dietro la scrivania, il maresciallo la invita a raccontargli cosa le sia accaduto ma la bambina non riesce a capire bene quello che le dice, le sembra di essere lontana, su di un altro pianeta e che degli extraterrestri la stiano interrogando. Domande… domande…. Sta male e non sa rispondere. E’ anche molto spaventata: nella sua testolina si ripete che non ha fatto nulla di male, che non è colpa sua se le è accaduto quel fatto brutto! A lei chiedono di descrivere quell’uomo malvagio ma in verità la bambina prova tanta pena per quel poveraccio e chiede di non fargli del male se lo trovano…
“ Se lo trovate ditegli solo che non deve più comportarsi così con nessuno, che non deve spaventare più nessuna bambina. Non deve chiedere cose così perché la Madonna e Gesù soffrono tanto per colpa di chi dice o fa cose brutte e malvagie! Ditegli che farò una nuova coroncina dei fioretti e uno lo dedicherò a lui. Così la Madonna lo aiuterà a diventare buono! Così lei lo perdona certamente, anche se l’ha fatta soffrire e lacrimare nel mese di maggio, il più bel mese dell’anno perché dedicato a Lei!”.
COME IL VOLO DI UN GABBIANO
Un gabbiano si libra in volo
e pian piano sale verso il cielo
verso l’azzurro immenso,
verso l’infinito.
Le sue ali si spiegano leggere
con movimenti sicuri e armoniosi
disegnando nell’aria
una delicata danza.
Le sue zampe
si staccano dall’acqua e ancora umide
si stendono
per innalzarsi in volo.
Ecco, ora vola libero e leggero
sopra ogni cosa, sopra ogni paese, sopra tutto e tutti
senza meta, senza limiti ne confini
felice solo di volare!
UN SORRISO
Un sorriso apre il cuore
a chi lo riceve
ma soprattutto
a chi lo dona.
Un sorriso è un piccolo gesto
che costa poco
ma vale molto.
Un sorriso può cambiare
una giornata ma pure una vita!
Un sorriso è un biglietto
per il treno del buonumore,
che parte dalla bocca
e arriva al cuore!
Ricordati di sorridere sempre,
sia che tu sia solo o in compagnia
ma soprattutto quando incontri
qualcuno per la tua via!
VITA SPEZZATA
Le sento le voci,
dentro e fuori di me.
Mi fanno impazzire e
mi dilaniano l’anima.
Continuo a sentirle…
beffarde e taglienti.
Devo fuggire,
devo morire
per farle tacere per sempre.
Corro, corro senza meta.
Non so dove andare per
poter sfuggire all’angoscia.
Forse in alto…
Sì, là in cima al mondo e alla gente,
per poter vedere da un’altra prospettiva
la vita come dovrebbe essere stata…
Bella e felice.
Sì, da qui mi posso buttare
nell’infinito oblio…
Ecco, lo sento il silenzio,
pace dell’anima
fra poco ti raggiungo.
Non più angoscia,
non più lame pungenti
che trafiggono il costato.
A voi lascio
l’ipocrisia e la forza che io
non ho mai avuto.
Ora potete parlare quanto volete,
nel bene e nel male
io Vi saluto.
Pace eterna eccomi, sto arrivando…
MAMMA
Dolce volto dai lineamenti delicati
esile figura dal portamento
sicuro e fiero
tenera madre.
Tenace, lavoratrice instancabile
che si leva all’alba per prima
e si corica per ultima la sera
dopo una giornata intensa e densa
di fatiche, di ansie e di amori!
Turbine di sentimenti, emozioni
e sensazioni forti e vive
come le sue attenzioni
e paure.
Animo sensibile, nobile e altruista
nato per amare e comprendere,
decantato da semplici ed eletti,
da innamorati e da poeti!
Mamma, soave parola
che vale più di ogni altra.
Non si smette mai di pronunciare,
amare, sospirare
e ad aspirare!
MATERNITA’
Meraviglioso mistero …
mi guardo allo specchio
e vedo il mio corpo mutato.
Il seno invitante
amorevolmente tondo,
la pancia buffa e rigonfia
ma ospitale e preziosa
come uno scrigno
con il suo tesoro.
La accarezzo piano piano
e accompagno in tondo la mano
a carpire ogni fremito lieve
della piccola vita
che cresce e si muove
con e dentro di me.
Una lacrima dolce
mi scende sul viso
densa di gioia e d’amore,
di intensa emozione,
di intima e trepida attesa.
Mia dolce creatura
non so da dove tu venga
ma so che per sempre ci lega
un magico filo di seta,
azzurro o rosa che sia,
che vibra teso e leggero
fin dentro l’anima mia.
E so che mai si spezzerà
fino all’eternità.
ILLUSIONI
Ancora riempite il cuore di false melodie
ancora soffiate sui fuochi di cenere coperti
ancora fate rivivere i sogni nel nulla dileguati..
Tacete violini, spegnetevi fuochi
sfumate sogni, affinché io possa
morire in pace!
COMPAGNI DI VIAGGIO
Compagni di viaggio
nel turbine sfuggente
di questa sfuggevole vita!
Frasi dette di fretta…
spaccati di vita raccontati
fra una fermata e l’altra.
Saluti e sorrisi scambiati
per cortesia o per routine
molto spesso in corsa…
ma sempre comunque
con affetto e partecipazione!
Perché in questa frenetica vita
basta davvero poco a volte
per sentirsi un po’ meno soli
e più vivi.
Magari un saluto, un sorriso
o meglio ancora
una buona parola!
Compagni di viaggio e
di disavventure in questo
breve ma intenso viaggio
che è la Vita!
AMORE
Nel cuore
altro non odo
che amore e speranza
voglia di donare
di vivere e amare.
La mano
afferra una penna
e scrive… e scrive…
come un fiume in piena
che riversa
la sua acqua impetuosa
nel mare infinito.
Così la mia anima
fra le righe
va naufragando…
UN VECCHIO E UN BAMBINO
C’è una panchina in un parco
che da tempo ospita
sempre lo stesso vecchietto
solo e malinconico.
Egli se ne sta li seduto
per ore ed ore
in silenzio ed immobile.
Ha vergogna di sé
e non solo
ha timore di disturbare
di turbare la felicità
e la vita degli altri.
Quindi resta li
immobile e attonito
a fissare il vuoto
a fissare il mondo
come se lo volesse
imprimere nella mente
e nel cuore per sempre.
Per l’indomani
quando la nuova ”Alba”
spunterà anche per lui
e allora quella panchina
rimarrà davvero libera
e vuota.
Ma ecco che un pallone
gli piomba tra i piedi..
un sorriso
un calcio indeciso
a quel pallone e ……..
Un bimbo
con un vecchietto
che si prendono per mano
felici.
La gioventù
ha bisogno della saggezza
ed anche della
vecchiaia!
Il mondo
non si può fermare
e tutti siamo utili
ma non indispensabili…
NONNO
Come sei vecchio nonno
hai i capelli bianchi
e gli occhi stanchi.
Come sei bello nonno
hai le mani grandi
e la voce calma.
Come sei caro nonno
quando mi guardi e parli
mi sento tanto caldo dentro
che potrei scoppiare.
Quanto ti voglio bene nonno
anche quando vaghi con la mente
ti ripeti
e non ricordi niente!
MI MANCHI
Apro gli occhi
e non ci sei
I giorni trascorrono
inesorabili
e Tu non sei con me
Sento un dolce dolore
malinconia vai via!
Ricordi si intrecciano
nella mente e nel cuore
Sole e tenebre
sorrisi e pianti
Vivo ma
mi manchi!
L’IMMENSO
L’immenso si apre a me
e mi segna la via
non più oscura
né temuta.
Io volgo lo sguardo
ove la scia ancora
si distingue
e si perde pian piano.
Silenzio odo
l’anima si immerge nella pace
si sente libera
e leggera.
Sintonia di suoni e di momenti,
di emozioni e di perduta ragione,
di amori folli
e folli gesta!
Silenzio odo attorno a me
e una sola unica voce entro me
che insistente sussurra
Amo te!
QUIETE NON AVRO’ SENZA TE
Quiete l’anima mia
più potrà trovare,
ora che ha conosciuto
te.
Quiete il cuore mio
più potrà avere,
ora che ha incontrato
te.
Quiete gli occhi miei
più potranno avere,
ora che hanno visto
i tuoi.
Quiete la mente mia
più potrà avere,
ora che pensa e vuole
solo te.
Dannato tu sia,
perché hai dannato me!