Davide La Noce, nasce a Catania. Trascorre a Piazza Armerina (EN) la sua adolescenza fino al diploma scientifico per poi trasferirsi a Catania, dove si laurea in Scienze Naturali. Docente a Padova nella scuola primaria in materie scientifiche. Appassionato di teatro e cinema, ha partecipato a vari spettacoli sia teatrali, che cinematografici. Ha iniziato con la compagnia teatrale “Barabao” di Piove di Sacco. Ha preso parte in un cortometraggio “L’essere diverso” di Rosario Brucato, che ha avuto un ottimo riscontro internazionale. Autore versatile, ha esordito nel 2018 per un’antologia con un racconto per adulti con “L’inedito” Micro e Macro “ e per una successiva antologia “Incipienti Nuvoloni e altri animali” curate da Fabio Martini. In campo Nazionale ha partecipato con altri artisti per la realizzazione dell’audiolibro “Le favole di Tippy” curata da Manuele Moriconi, Silvia Parenti, Beniamino Ganino e Gianluca Sibaldi. Collabora con il canale di Youtube BabyBook’sTube di Marco Conti. Attualmente è impegnato nella realizzazione di altri racconti a carattere didattico – scientifico e di un romanzo per adulti. Membro del direttivo nel coro “The Justice Chorus” che canta a sostegno dello I.O.V. di Padova. Dal 2018 è membro del direttivo della rassegna artistica “Armonie d’Arte” curata da Pawel Rosinskì. Ha trasformato la sua passione per le scienze in favole e racconti per bambini.
INGANNATO DA UN CHIP
Ore 5.15 del mattino, le lancette della sveglia fanno suonare con una dolce melodia l’ora per Salvatore, detto Salvo per gli amici, doccia per togliersi tutti i sudori della notte, colazione, 15 minuti di corsa sul suo personale tapis roulant e poi un’altra doccia per sciogliere tutte le tensioni muscolari, si dirige verso il suo armadio di ultima generazione per prendere il suo vestito da lavoro ed ecco che messa a posto la sua bellissima cravatta blu è pronto per andare al lavoro ma dopo l’ultimo sguardo allo specchio per vedere se è in ordine e pulito, girandosi per uscire dal locale si trova davanti, come ogni mattina, alle sbarre nere! Ebbene sì, per un attimo Salvatore si sveglia dal suo eterno sogno … mattiniero. Si trova in carcere!
Imprenditore toscano con una lista interminabile di lauree sulle spalle, dalla laurea in lettere, filosofia, in lingue alla psichiatria forense, non gli manca davvero niente. Un curriculum da far paura a chiunque. E’ partito da zero mettendo in tempi un’impresa che frutta parecchi miliardi l’anno, ma è stato incastrato da delle spie per affari con l’estero mettendosi in gioco con i più potenti, i quali sono riusciti a catturarlo, inserendo dei chip nelle zone del suo cervello, su determinate cellule nervose per leggere il suo pensiero e quindi intercettare il segreto del suo brevetto, trasformare il gas delle macchine in ossigeno, che a breve per il suo immenso fatturato con la sua società entrerà in borsa. Una sera intorno alle 23.30, finito il lavoro nel suo laboratorio, decide con il suo amico Maurizio di uscire per una pausa.
Si avviano in macchina per andare in un locale di periferia della città per ritrovare un po’ di serenità, un po’ di svago. Dentro riescono ad intercettarlo alcune spie russe. riescono a drogarlo nel locale con la complicità del gestore del night, che messosi d’accordo con gli uomini delle spie segrete, mette nel cocktail della droga, a sua insaputa, e scatena in lui una crisi di nervi che durerà il tempo giusto per cadere in un brutto tranello. Dal locale riescono a portarlo fuori sul retro, riempito di botte diventa violento a causa dell’effetto della sostanza. Finisce per uccidere una delle spie della russia e perde i sensi. Lo lasciano quasi in fin di vita sotto ad un ponte dove vive per tre anni come un barbone. Da quel giorno nessuna notizia di lui
…Scoperto dalla polizia locale, per una segnalazione della moglie a causa della sua scomparsa, viene portato in carcere, l’unico posto in cui poter stare al sicuro per non essere catturato dalle spie americane, in quanto è l’unico luogo dove i potenti non possono entrare. Le spie americane e russe si contendono “l’uomo milionario”, per avere la formula e quindi il brevetto. Per poter uscire dalla trappola in cui si trova dovrà dimostrare che non è stato lui ad uccidere la spia che lo ha incastrato – mentre era in di trance, che gli inserisce un altro chip di identità con pistola laser alle tempie, corrispondente ad un altro individuo con precedenti penali – Viene a trovarsi nelle condizioni in cui per altra gente potente avrebbe rubato un brevetto che porterebbe l’azienda ad entrare in borsa. Salvatore in carcere studia notte e giorno, e non si da per vinto. Ottiene la libertà vigilata per vedere la sua famiglia, la moglie Laura e la figlia Marta di 8 anni solo per un giorno. Spiega alla moglie tutta la storia, da quando quella sera in cui usci con Maurizio per svagarsi un po’, verso la sua innocenza … che gli hanno inserito un chip di identità diverso dal suo. La moglie, scioccata al primo impatto con il marito, vive un momento di confusione. Con il tempo Laura riuscirà a comprendere presto che Salvatore non mente. Per la coppia inizia un periodo di indagini molto fitto, in cui riusciranno a fatica e con difficoltà a sostenere i fatti realmente accaduti. Dovranno ritrovare la pistola laser, che avrebbe il chip di identità nella memoria, finita in mano di chissà chi. Trovata la prova che lo scagionerà, dovrà scegliere tra la sua identità o sua moglie a patto di un compromesso.
RENE’, UN ARTISTA DEL SEMAFORO COLORATO
Mentre sono in macchina, dopo aver finito tutte le mie faccende, mi vien voglia di una crepes allo zabaione. Mi fermo con la macchina vicino ad un locale dove preparano gelati e crepes da leccarsi i baffi . Mi avvio verso il banco per ordinare una crepes. Mi siedo al tavolino per aspettare che arrivi il dolce che ho chiesto. Osservo davanti al semaforo rosso tutte la macchine che a poco a poco si fermano in attesa del segnale verde che dà l’accesso alla partenza, quando all’improvviso si affaccia come sul palco di un teatro, uno stranissimo ma esuberante ragazzo, molto strano e molto particolare. Si presenta al suo strano pubblico momentaneo presentando il suo numero da spettacolo, oserei dire io, da pochi secondi. Ha capelli lunghissimi rasta, vestiti zingareschi e vari tatuaggi dipinti sul corpo. Tra le mani diversi birilli e una pallina. E’ pronto per fare il suo spettacolo. E’ Concentratissimo. Non sbaglia un colpo, l’artista al semaforo della strada. Birilli che volano per aria lanciati dalle sue mani, attente ad afferrare ogni birillo che torna giù formando tanti disegni nelle loro traiettorie, sembrano essere tutti attaccati ad un filo di un circuito, sembrano giochi d’artificio, tutti impazziti, volano, si girano, è difficile stare dietro ad ognuno di loro, sono tutti colorati, rossi, verdi, gialli, blu, qualcuno vola più in alto forse per fare capire che chiude il suo numero. Semaforo verde un’altra esibizione, questa volta con cerchi colorati che volano in alto verso il cielo, dipingendo in aria degli strani disegni a volte un sorriso, a volte le sembianze di un volto, uno dei cerchi casca per terra, ma lui ripara con un inchino salutando il suo pubblico strano. Chiude il suo numero, mostrando, con un sorriso soddisfatto, un vecchio cappello ormai lacerato per tutte le sue comparse ai semafori per raccogliere le monetine che danno gli automobilisti che hanno gradito la sua improvvisazione e che in qualche modo ha allontanato momentaneamente dallo stress, magari della giornata, o da vari e altri pensieri. E cosi altro semaforo rosso, altra presentazione, nuovo giro di birilli, e lui sempre con il sorriso impeccabile saluta gli automobilisti. Finito il suo giro si avvicina verso una bicicletta attaccata ad un pilastro dello stop, prende uno zaino e si siede ad un tavolino per ordinare un gelato. Nell’attesa prende dallo zaino il suo cappello e versa sul tavolino il bottino della giornata. Ragazzi! roba da non credere! miliardi di monetine – ed io che credevo che questi personaggi avessero difficoltà economiche per arrivare a fine mese! Incuriosito da questo personaggio, inizio a conoscerlo attirando la sua attenzione, scambiando due parole con lui. Mi racconta che è di origine francese, ha 25 anni e sta viaggiando per tutta l’Italia per conoscerla meglio, dice che è stupenda, meravigliosa per paesaggi, gente e cultura. Per ora ha già attraversato Francia, Germania e Spagna, parla poco l’italiano, ma si fa capire abbastanza bene. Dice che per ora vuole fare questa esperienza. Da quando aveva 18 anni è in giro per il mondo imparando tante lingue. Nel frattempo con questi suoi numeri ha comprato tre case che ha già messo in affitto, e magari per avere un futuro sicuro. Il suo intento è quello di aprirsi una scuola d’arte per togliere dalla strada tanti ragazzi pieni di talento che ha conosciuto e che non hanno avuto un sbocco o che non sono riusciti a sfondare nel mondo dell’arte. Meravigliato dal racconto delle sue esperienze, mi fa capire che ha una visione del mondo molto diversa dai canoni del ragazzo per bene o del figlio di papà che studia per diventare futuro ingegnere, avvocato, dentista o idiventare un’altro professionista, seguendo tante imposizioni da parte della società. E’ un ragazzo che, fondamentalmente libero di mente, è pagato dal suo pubblico urbano, che dopo aver visto una perfetta esibizione, contribuisce dando una buona mancia. Lui vive sempre e costantemente emozioni sul momento, ed è sempre in allerta per dare ad ogni sua performance il massimo per non annoiare mai il suo strano pubblico urbano ed essere sempre al top. Sa che non può sbagliare un colpo per la sua esibizione e se ciò accadesse deve saper imbrogliare il suo pubblico di passaggio per non far capire nulla del suo numero eseguito a regola d’arte.
AL PIER 88
Mentre cammino di sera, lungo l’argine del fiume di Padova, al rientro dopo una bellissima passeggiata per scaricare un po’ di tensioni, vedo di fronte a me un tripudio di luci che provengono da una struttura molto particolare. Mi avvicino, camminando molto incuriosito e vedo tanta gente, tutta sorridente. Facce nuove e allegre. Alzo gli occhi e ammiro, scruto, questa struttura dalle forme particolari. Non sembra un bar, è tutto dipinto di verde, bellissimo, con un gioco architettonico fatto di legno. Dal soffitto ricoperto di legno, da infiniti cilindri stretti ed allungati che sembrano cadere giù come una cascata ad effetto pioggia marrone, alla ringhiera ben rifinita, per aiutare i passanti ad entrare nel locale, fino ad un particolare taglio di tronchi d’albero che vengono utilizzati anche come base di appoggio per degustare del buon vino bianco o rosso. Decido di entrare dentro il locale e mi accorgo di riconoscere due simpaticissimi giovani ragazzi. Luigi e Giulio! Ma guarda un po’ che piacere! Due signori conosciuti tempo fa che ritrovo adesso in un originalissimo locale. A guardarlo rimango sorpreso, meravigliato, perché progettato, costruito e realizzato con sistemi innovativi ed ecologici, che soddisfazione! Sono felice di aver ritrovato due figure con le quali scambiare quattro piacevoli chiacchiere, senza impegno, e allo stesso tempo soddisfatto, in quanto penso che hanno pensato e realizzato un bellissimo e originalissimo locale fuori da tutti i canoni. Il proprietario del locale, Giulio, mi racconta, in un momento in cui non è tanto impegnato con i clienti, la sua felicità per la realizzazione del suo bar. E mentre mi parla del suo progetto, osservo con meraviglia tutto il locale che nasce dalla composizione di 4 container, uniti e assemblati per aver più spazio e creare tutta la struttura che accoglie i clienti. Da lontano la struttura, realizzata con materiale naturale come il legno, ha un bellissimo disegno che sembra abbracciare, accogliere, tutte le persone che passano sul posto per una pausa pranzo o per bere un meraviglioso cocktail. Sembra di essere in mezzo alla natura, in mezzo ad un bosco, mancano solo alcune foglie per terra sparse un po’ qua e un po’ là. I tavoli, stupendi sopra ai quali puoi mangiare delle graditissime pietanze, sono realizzati con tavole di legno disegnate con armonie fantastiche e giochi di legno che si intrecciano tra di loro. Anche le sedie sono state fatte con materiale ecologico. Il tutto richiama la natura. Poi il fatto stesso che si affaccia sul fiume, ragazzi, è davvero unico! Stupendo! sembra un posto appartenere ad altri tempi. Si incontra gente di tutti i tipi, di qualsiasi classe sociale, di etnie diverse, questo è il bello, come richiama lo stesso luogo di incontro. ma soprattutto giovani studenti. Sembra l’ombelico del mondo.